Galileo Chini, un famoso artista fiorentino nato nel 1873 e morto nel 1956, è stato avviato all’arte dallo zio paterno Dario dopo essere rimasto orfano. Ha frequentato la Scuola d’Arte di Santa Croce e successivamente la libera scuola di nudo dell’Accademia di Belle Arti, dove ha conosciuto altri artisti come Plinio Nomellini e Ludovico Tommasi. Chini ha fondato la Manifattura Arte della ceramica, che in seguito è diventata la Manifattura Fornaci San Lorenzo a Borgo, ottenendo riconoscimenti internazionali a Londra, Parigi, Bruxelles e San Pietroburgo. Ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia e ha decorato molte delle principali città termali. Montecatini è una delle città che ospita numerose opere di Chini. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Chini torna a Firenze e documenta le distruzioni intorno a Ponte Vecchio. Espone le sue opere in diverse mostre, tra cui l’Esposizione Internazionale di Arte Sacra nel 1952 e l’antologica nella Sala delle Esposizioni dell’Accademia di Belle Arti. Prima della sua morte, Chini dona i suoi cimeli siamesi e orientali al museo di Antropologia dell’Università.
Galileo Chini l’interprete dell’Art Nouveau
Firenze Galileo Chini, l'esponente dell'Art Nouveau. GN