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L’Azienda Usl Toscana nord ovest ha intitolato a Barbara Capovani il Servizio di psichiatria diagnosi e cura (Spdc) di Pisa con una targa, scoperta nella mattinata di martedì 14 novembre, durante una cerimonia semplice ma molto partecipata da colleghi e colleghe, operatori sanitari, amici, autorità e dalla famiglia.
Si è trattato di una nuova occasione di raccoglimento in memoria della psichiatra morta in seguito a una violenta aggressione da parte di un ex paziente, avvenuta all’uscita dal reparto in cui la dottoressa prestava servizio con grande passione, dedizione e determinazione, come hanno ricordato le colleghe che hanno preso parola.
La cerimonia è stata aperta da Simona Elmi, stretta collega di Barbara Capovani, responsabile facente funzione del Servizio di psichiatria diagnosi che da oggi porta il suo nome, precisando come “questa targa […] è ricordo per noi, conoscenza per i giovani colleghi, monito per tutti. Con l’augurio che in questo reparto e in tutto il nostro servizio, si continui il lavoro fin qui compiuto da Barbara”.
Hanno poi preso la parola Sabina Ghilli, direttrice della Società della salute di Pisa, Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, che ha ricordato come Barbara rappresenti il simbolo autentico della buona sanità, della sanità pubblica, Michele Conti, sindaco di Pisa, e Maria Letizia Casani, direttore generale dell’Asl Toscana nord ovest.
“Dobbiamo molto alla dottoressa Capovani – ha detto Casani – questo reparto era un po’ la sua casa. Vi aveva portato il suo entusiasmo e la sua energia attraverso tante iniziative”. Proseguendo, ha poi enumerato la quantità di aggressioni ai danni del personale sanitario dell’Azienda USL Toscana nord ovest, “Solo nel 2023, in tutta l’azienda abbiamo già registrato 480 segnalazioni di aggressioni e l’anno non è ancora finito”.
Nemmeno Pisa si sottrae a questo preoccupante conteggio, qui, solo nei primi quattro mesi del 2023 ci sono state 25 aggressioni al personale sanitario, di cui 10 solo nel reparto di Spdc. Le parole delle colleghe di Capovani hanno dunque offerto non solo un ricordo umano e professionale della dottoressa, ma hanno anche riaperto una riflessione sulla sicurezza della categoria nei luoghi di lavoro. “La speranza di Barbara era quella di avere aiuto dalle istituzioni per restituire autorevolezza a un lavoro a cui, come ad altri, è stata tolta” ha affermato la dottoressa Elmi in un passaggio del suo discorso.
Intitolato alla dottoressa Barbara Capovani il servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Pisa
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