Motivi del disastro, il clima in crisi.

La frazione di Stabbia continua i lavori di ripulitura dei garage, cantine e locali invasi dall’acqua e dal fango dopo l’alluvione di giovedì notte. Il centro operativo comunale, allestito nella scuola primaria della frazione, è pienamente attivo e coordinato da Protezione Civile, vigili del fuoco e forze dell’ordine insieme a volontari e associazioni. Il sindaco ha invitato i cittadini a rimanere in casa e proteggere le persone più fragili in vista dell’allerta meteo annunciata. L’esondazione del fiume Vincio a Stabbia è stata la più distruttiva nella storia della zona, ma non è stata la sola calamità degli ultimi anni, che hanno includo anche gli allagamenti dello scorso anno e una tempesta dieci anni fa. Secondo Gordon Baldacci, fisico dell’atmosfera, la posizione di Stabbia tra il Padule e il Montalbano crea condizioni favorevoli all’intensificarsi dei temporali. Questi fenomeni sono stati alimentati da indici climatici elevati, che aumentano l’energia dei temporali dopo periodi di siccità seguiti da un ottobre caldo e senza piogge. Durante la recente tempesta, sono caduti 189 millimetri di pioggia in sei ore, equivalenti a quasi 200 litri d’acqua al metro quadro, con picchi di 100 millimetri di pioggia all’ora. Nonostante gli sforzi per arginare questi problemi, secondo Baldacci, bisogna ormai convivere con queste situazioni, a causa di un sistema generale climatico che non funziona più come prima. La popolazione anziana di Stabbia conferma che eventi catastrofici come questi non si erano mai verificati in passato sulla regione.

L’analisi dei motivi del disastro, “Il clima non funziona più”

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