Riassumi questo titolo tra 55 e 65 caratteri Un anno tra codici rosa e uccisioni. Sara, Brunetta, Assunta e Marina, le vittime aretine

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Da gennaio a giugno le violenze domestiche censite attraverso la rete del codice rosa ad Arezzo sono state 84. Un numero che nella sua incompletezza – mancano i dati degli ultimi sei mesi dell’anno – racconta un universo dove il dramma si consuma in luoghi intimi, privati. Gli stessi habitat che forniscono un ambiente ideale per i “soliti insospettabili” il cui lato oscuro salta fuori nella riservatezza delle mura di casa o in ambito affettivo. 84 storie di donne, minori e non, accolte dagli operatori sanitari dell’emergenza urgenza e accompagnate nel percorso di denuncia. È in occasione dell’edizione 2023 del Forum Risk che la Asl Toscana sud est ha presentato i dati 2023 relativi ai codici rosa, appellativo che dal 2010 identifica gli accesso al pronto soccorso di vittime di violenza, nell’area di propria competenza. L’indagine, come accennato sopra, riporta le cifre del 2022 per intero mentre, quelle dell’anno ancora in corso, sono parziali. Un resoconto amaro al quale inevitabilmente, vanno aggiunti i nomi di Sara Ruschi, Brunetta Ridolfi, Assunta Andreini e Marina Mouritch le quattro donne uccise per mano di ex compagni, generi e figli.

I dati della Asl Toscana sud est

Nel 2023, le attività di monitoraggio della rete regionale codice rosa mostrano un aumento di casi e di accessi al percorso nelle fasce “estreme”. Ciò significa che a denunciare sono principalmente donne molto giovani e over 60. I dati toscani rappresentano un unicum a livello nazionale perché annoverano casistiche ampissime che vanno da 0 ai 100 anni (le statistiche Istat si fermano invece ai 60 anni), con un’attenzione specifica per le discriminazioni multiple, ovvero quelle condizioni in cui la vittima diventa tale non solo in quanto donna ma, anche, per l’età anagrafica, nazionalità o presenza di disabilità. Dal 2012 al 2022 sono stati 27.841 gli accessi al codice rosa in Toscana. Nel 2022 nella Asl Toscana sud est sono stati 641 i casi attivati (nel 2021 erano 557). Di questi, il 13,3% hanno riguardato persone di età superiore ai 60 anni (nel 2021 l’11,8%). Scendendo nel dettaglio sono stati 256 nella provincia di Grosseto, 263 nella provincia di Arezzo, 122 nella provincia di Siena. Nel primo semestre 2023 sono stati registrati 119 accessi al codice rosa a Grosseto, 84 ad Arezzo e 68 a Siena.

“Voglio esprimere massima solidarietà e umana vicinanza alla famiglia di Giulia Cecchettin, 83esima vittima di femminicidio in Italia dall’inizio dell’anno – ha precisato Vittoria Doretti, responsabile regionale del codice rosa – la sua drammatica scomparsa tocca profondamente le nostre coscienze ed è un monito, oltre che un pensiero costante, che ci guida soprattutto come professionisti e professioniste nell’ambito della violenza di genere. La sua storia, come quelle di tutti i casi che continuano a verificarsi nel nostro Paese a un ritmo impressionante, ci spinge nella direzione di un impegno, se possibile, ancora maggiore nel contrasto alla violenza di genere”.

“L’incremento dei casi segnalati nel 2023 – ha aggiunto la direttrice sanitaria della Asl Toscana sud est Assunta De Luca – è riconducibile alla grande attenzione di tutta la rete dei servizi sanitari, sociali e forze dell’ordine coinvolti sul fenomeno della violenza di genere, che ha portato a una sensibilità sempre più affinata delle persone e alla formazione sempre più specifica dei professionisti coinvolti”.

“Per il 2024 – conclude il direttore generale Antonio D’Urso – prevediamo di incrementare e potenziare ulteriormente la rete con un aggiornamento di tutte le procedure riguardanti le azioni di contrasto alla violenza di genere, un dialogo rafforzato con la polizia giudiziaria e con le forze dell’ordine, ma anche con la vicinanza operativa a tutte le istituzioni, un dialogo costruttivo con l’azienda ospedaliera senese nell’ambito dell’area vasta e con l’Università degli Studi di Siena. Con lo stesso spirito, abbiamo proposto e stiamo realizzando i nuovi modelli organizzativi che hanno tutti lo stesso orizzonte, come appunto la DE&I strategy adottata di recente nella Asl Toscana sud est. È esattamente questa attenzione che ci rende delle professioniste e dei professionisti migliori”.

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