Venerdì 800 da Massa-Carrara per Firenze, lo sciopero politico negato. La Voce Apuana.

Riassumi questo contenuto tra 400 e 500 caratteri MASSA-CARRARA – Sono quasi 800 le lavoratrici e i lavoratori che da Massa-Carrara partiranno venerdì 17 novembre alla volta di Firenze. Per la prima delle ‘cinque  giornate’ organizzate da  Cgil e Uil unite nella battaglia tesa a contrastare la manovra e le politiche economiche del governo, sono pronti 15 pullman. Lo sciopero generale con la mobilitazione della piazza fiorentina avverrà ormai tra poche ore per poi dare  il via a una serie di altri scioperi e mobilitazioni, oltre il 17 novembre per le Regioni del centro, il 20 novembre per la Sicilia, il 24 novembre per le Regioni del Nord, il 27 novembre per la Sardegna e il primo di dicembre per tutte le Regioni del Sud.“Questa conferenza – prende la parola per primo il padrone di casa, Nicola Del Vecchio segretario provinciale di Cgil che assieme a Luca Andrenucci della segreteria Uil, ha convocato una conferenza stampa alla Camera del Lavoro di Carrara – è per spiegare le ragioni dello sciopero generale  proclamato da Cgil e Uil, cinque giornate di mobilitazione su scala nazionale che vedrà lo sciopero generale del pubblico impiego oltreché di tutti i lavoratori del centro Italia. Venerdì 17 sarà la prima di queste cinque giornate – fa il punto Del Vecchio – E’ uno sciopero necessario per contrastare e cercare di modificare  la politica del governo e la sua manovra oggi in discussione”.Il segretario comincia poi a elencare una serie di punti che vengono contestati dai lavoratori, “Mancano risposte sull’emergenza salariale e sulla riforma fiscale ccon la quale si mira a ridurre ulteriormente le aliquote per eliminare in parte la progressività della tassazione, questo rappresenta un danno per tutti i lavoratori con reddito da lavoro inferiore a 35 mila euro – sottolinea il sindacalista che ricorda un passaggio nella manovra dell’anno scorso che suscitò moltissime polemiche – nel 2022 si ebbe già l’estensione del regime della flat tax ai lavoratori autonomi fino a 85 mila euro, ma non  era quella la misura di cui aveva bisogno il Paese, abbiamo un sistema fiscale che viene sostenuto da lavoratori dipendenti  e pensionati, i quali attraverso l’Irpef sostengono tutto lo Stato sociale. Noi quindi pensiamo che le misure che dovevano essere contenute nella legge di bilancio dovevano andare in altra direzione, considerata l’inflazione a due cifre e con una corrosione costante del potere di acquisto”.“C’è poi l’aspetto della spesa sanitaria – aggiunge Del Vecchio – la quale a dispetto degli annunci sulla stampa dove viene detto che si è stanziata la cifra più alta mai stanziata sul sistema nazionale possiamo affermare che non è vero, il dato che dovrebbe essere tenuto in considerazione è l’indice di spesa che viene dedicato in base al Pil e questo è in caduta. Se aumentano le bollette per i cittadini aumentano anche per gli ospedali. Abbiamo quindi chiesto che almeno il 7,5% del Pil vada alla spesa sanitaria, è un livello che è raggiunto da quasi tutti i paesi europei, l’organizzazione mondiale della sanità – evidenzia il sindacalista – dice che sotto il 6,5% c’è un rischio di collasso del sistema e noi andremo sotto questa percentuale, ci attesteremo al 6% con un rapporto inferiore a quello del periodo prepandemico quando tutte le forze politiche dichiaravano la necessità di invertire la rotta”.“Con questo sciopero – prosegue Nicola Del Vecchio – abbiamo l’ambizione di provare a cambiare la politica del governo- Abbiamo già prenotato  15 pullman tra noi e Uil, che partiranno da Massa- Carrara con circa 800 lavoratori e lavoratrice, vogliamo mettere in campo tutta la nostra forza per provare a contrastare  queste politiche. Questa è la prosecuzione di una mobilitazione – sostiene Del Vecchio – che ci ha visti impegnati in questi mesi. Inizialmente  – fa un passo indietro ripercorrendo le precedenti fasi della mobilitazione – eravamo partiti in forma unitaria presentando al governo le nostre proposte. Perché non ci siamo limitati a contrapporci, a maggio abbiamo manifestato in 3 piazze italiane con Cisl e Uil. Abbiamo proseguito manifestando anche in termini di mobilitazioni nel campo sanità e a difesa dei valori della Costituzione contro il progetto di autonomia differenziato e abbiamo chiesto al governo vari tavoli di confronto, per cercare di portare avanti delle prerogative che  abbiamo elaborato in questi mesi. Purtroppo quei tavoli erano finti e le misure adottate vanno in tutt’altra direzione rispetto alle nostre proposte e a quanto avevano promesso le forze di governo  in campagna elettorale, tra cui una misura addirittura peggiorativa della Fornero che si erano impegnati ad abrogare”.Del Vecchio menziona poi la Sanac, la cui vertenza è ancora una ferita aperta sul territorio apuano, “Uno degli aspetti su cui agisce lo sciopero è il rilancio delle politiche industriali- ha detto- c’è una assenza di visione e questo rischia ricadute sul nostro territorio perché – ricorda il sindacalista – abbiamo la vertenza Sanac e sappiamo bene che quella realtà sta all’interno della filiera dell’acciaio e dell’ex Ilva, oggi non sappiamo nulla sugli sviluppi e sul futuro della azienda – stigmatizza il segretario provinciale -. Ci sono alcuni esponenti del governo che dicono alcune cose e atri che  dicono l’opposto, però si continua  a promettere di destinare risorse senza che vengano vincolate al mantenimento dell’occupazione e all’indotto. Ecco perché abbiamo chiesto che ripartano gli ordini di Acciaierie Italia verso i prodotti di Sanac, perché non possiamo perdere questa azienda. Dobbiamo avere una visione strategica per quello che riguarda l’industria, visto che siamo la seconda manifattura  in Europa, ma si continua a fare cassa svendendo il patrimonio dello Stato così come sta avvenendo con lo spacchettamento e la vendita di Tim. Davvero – conclude -non potevamo fare altro che scendere in piazza e proclamare lo sciopero generale, noi pensiamo che attraverso la partecipazione dei lavoratori si possono cambiare le politiche di questo governo”.Andrenucci conferma nella sostanza le parole di Del Vecchio e ribadisce, “In prima battuta spesso ci viene detto che facciamo uno sciopero politico, ma non è vero, negli ultimi anni abbiamo promosso scioperi contro tutti i governi che ci sono stati. E’ uno sciopero dettato esclusivamente dal fatto che consideriamo questa manovra iniqua, incapace di rispondere alle esigenze del Paese aumentando le disuguaglianze”.Anche Andrenucci palesa una serie di punti. “Sono tante le criticità. In primis la fiscalità, il governo aveva già iniziato lo scorso anno con il regime della flat tax per le partita Iva, che ha portato fino a 85 mila euro la possibilità di godere del regime forfetario, a fronte del fatto che a oggi quasi il 90% del gettito Irpef proviene dai lavoratori dipendenti e pensionati, i quali sono sempre trattati come Bancomat e il governo non sta certo cambiando pratica. Considerato poi  – riferisce il sindacalista Uil – che la riduzione del numero delle aliquote incide  sul reddito delle persone in modo residuale e al contempo è stato sbandierato l’esonero contributivo, dobbiamo denunciare come in realtà questi siano interventi che non bastano. Noi – fa presente Andrenucci che quindi segnala alcune istanze rimaste inascoltate- abbiamo chiesto di defiscalizzare gli aumenti contrattuali, ora infatti dobbiamo andare al rinnovo di molti contratti di lavoro e anche per questo il 22 dicembre ci sarà uno sciopero generale su terziario e turismo che vedono i contratti fermi da parecchi anni. Poi  – riporta ancora il sindacalista – abbiamo chiesto la riduzione della fiscalità sui premi, in parte accolta ma in modo non sufficiente. Altra criticità riguarda le pensioni- ripete la Uil entrando meglio nel dettaglio – quota 103 verrà peggiorata perché verrà inserita una finestra ancora più lunga per poter accedere alla pensione e l’opzione donna verrà peggiorata. Si parla di una indicizzazione dell’età che può soltanto creare grossi problemi, anche perché sappiamo che andare in pensione significa dare lavoro ai giovani ma non vediamo politiche attive mirate e inserirli nel mondo del lavoro”. Il sindacalista Uil tocca poi un altro tema spinoso, “Non ci sono risposte neanche in tema di sicurezza del lavoro, oggi siamo in una situazione in cui abbiamo tre morti al giorno sul luogo del lavoro ma non c’è nessun intervento per ridurre questa strage. Di fronte a una manovra che non dà risposte nonostante i tavoli e gli incontri, l’unico modo per manifestare il nostro profondo dissenso è di scendere in piazza. Non abbiamo paura di essere contati, siamo consci di avere dietro i lavoratori e andremo dritti per la nostra strada, non torneremo sui nostri passi come ci viene chiesto. A…

«Venerdì partiremo in 800 da Massa-Carrara per Firenze. A chi dice che è uno sciopero politico risponderà la piazza» – La Voce Apuana

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