Detenuti trasformati in agricoltori, il passaggio dal carcere al lavoro
Il progetto sperimentale Milia della Regione Toscana ha fornito orientamento, formazione e inserimento lavorativo a oltre 145 detenuti nei penitenziari di Gorgona e Pianosa. Il progetto ha coinvolto anche persone ristrette nelle carceri di Livorno e Porto Azzurro. Durante i quattro anni di attività del progetto, sono state fornite oltre 800 ore di orientamento e profilazione, oltre a 390 ore di formazione obbligatoria per 220 detenuti, che hanno ottenuto patenti di guida per trattori e patentini Haccp e fitosanitari. È stato attivato anche un laboratorio sull’isola di Pianosa per la trasformazione di prodotti agricoli e la produzione di conserve e oli essenziali. Gli esiti del progetto sono stati presentati in un convegno a Livorno, dove l’assessore Alessandra Nardini ha sottolineato l’importanza di formarsi e lavorare durante la pena detentiva per ridurre il rischio di recidiva. Nonostante il progetto Milia si sia concluso, la Regione Toscana continuerà a impegnarsi per promuovere l’inclusione sociale e lavorativa dei detenuti. Inoltre, la Regione ha stanziato più di 3 milioni di euro del Fondo Sociale Europeo per finanziare ulteriori percorsi di formazione per detenuti nei penitenziari toscani. Il settore dell’agricoltura e dell’agroalimentare è stato particolarmente coinvolto nel progetto Milia, con il 97% dei partecipanti che ha conseguito le diverse qualifiche previste. Inoltre, il progetto ha favorito la creazione di una rete informale tra istituzioni, servizi e terzo settore per facilitare l’inserimento lavorativo dei detenuti.
Dal carcere al mondo del lavoro, i detenuti diventano contadini
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