Disastro a Montale: Ancora fango e pochi mezzi

L’ecatombe di Montale: la situazione a un mese dall’alluvione
Le condizioni attuali della zona industriale
Dopo un mese esatto dalla rottura dell’argine dell’Agna, la zona industriale di Montale è ancora bloccata dalle montagne di fango e di ghiaia che il fiume ha riversato nelle strade e nei capannoni in occasione dell’alluvione. Tutto è paralizzato: le strade interne alla zona sono inagibili, molte ditte irraggiungibili per auto e furgoni, alcuni magazzini hanno ancora i portoni murati da tonnellate di terra e pietrisco.
Le sfide per le imprese colpite
Imprenditori e dipendenti ogni giorno, senza sosta, hanno spalato fango per pulire i capannoni e recuperare qualcosa delle materie prime e dei macchinari rovinati. Ci sono dei capannoni che dentro sono puliti, ma che appena fuori dall’ingresso devono ancora fare i conti con una parete di fango. La rimozione del materiale che ha invaso la zona industriale è iniziata ma con ritardi e le aziende chiedono aiuto per la cassa integrazione che grava su ditte messe in ginocchio da un disastro che ancora impedisce loro di riprendere l’attività.
Le richieste delle aziende e i danni alle infrastrutture
Le aziende chiedono a gran voce che sia la Regione o il governo a farsi carico della cassa integrazione e stanno facendo il conto dei danni delle infrastrutture condominiali. Soltanto per rifare l’impianto anticendio ci vorranno 600mila euro, poi ci sono i danni alle strade, che saranno calcolati quando si rimuoverà il fango, e alla rete delle fognature. Sono milioni di euro solo per i servizi in comune alle ditte.
Giacomo Bini
– argine dell’Agna
– zona industriale
– montagne di fango
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