Da 19 anni a Prato, lato comico dell’immigrazione – TV Prato
È Digiottonove Anni Ghe Sto a Prade è una community social che si distingue per la sua particolare contaminazione linguistica, mescolando vernacolo pratese, accento del Sud e una tendenza dei meridionali a chiudere le parole con la lettera “E”. Questo fenomeno linguistico è avvenuto grazie all’integrazione tra pratesi accoglienti e persone provenienti dal Sud. La comunità è diventata così popolare che ha persino influenzato i profili di Facebook e Instagram, che hanno rispettivamente 44mila e 19mila iscritti. Nonostante altrove un profilo del genere potrebbe alimentare sospetti e accuse di discriminazione territoriale o razzismo, a Prato è considerata la prova di una perfetta integrazione. Il fondatore del profilo, Jerry Potenza, racconta che tutto è iniziato nel 2011 durante una partita di calcio, quando un genitore ha insultato un altro chiamandolo “marrocchino” e quest’ultimo ha risposto affermando di essere a Prato da “diciottonove anni”. Un pratese presente ha sentito queste parole e ha deciso di creare il profilo Facebook che ha riscosso un grande successo. Nel corso degli anni, sono emersi altri personaggi come Antonio Polverino, un pizzaiolo il cui locale è stato svaligiato dai ladri e che ha raccontato tutto con il linguaggio pratese, diventando famoso e creando nuovi neologismi. Durante la pandemia da COVID-19, il sindaco Biffoni ha iniziato a parlare direttamente ai cittadini su Facebook, interagendo anche con il linguaggio pratese. Ora, È Digiottonove Anni si è trasformato in un osservatorio sulla città, con video e foto curiose fornite dai cittadini. La comunità si diverte a cercare i furgoni incastrati nei sottopassi, oggetti persi dai camioncini per strada e molto altro. Non ci sono vittime né carnefici, e nessuno si sente offeso. La comunità è inclusiva e accoglie anche stranieri. Jerry Potenza sognava di pubblicare un libro sulla sua esperienza, ma per ora si dedica alla community senza sfruttarla a fini commerciali.
“È diciottonove anni che sto a Prade”, la faccia divertente dell’immigrazione. “Tollerati? No, noi siamo amati” | TV Prato
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