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Riassumi questo titolo tra 55 e 65 caratteri Firenze, i licei migliori in città secondo la classifica Eduscopio 2023

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Quale scuola apre più porte verso il mondo del lavoro e quale dà una preparazione migliore in vista dell’Università? Per aiutare gli alunni delle medie a scegliere il percorso di studi più adatto a loro e a quello che vogliono fare nel futuro, Eduscopio, progetto della Fondazione Agnelli, pubblica i dati 2023 sulle scuole superiori, mettendole a confronto, vengono presi in considerazione voto alla maturità, tasso di abbandono, media dei voti agli esami universitari, crediti ottenuti, indice di occupazione, coerenza tra studi e lavoro, diplomati in regola.

A Firenze tra i licei classici svetta il Michelangelo, l’indice tra la media dei voti e i crediti è 74,4. L’86% di chi esce da questo liceo si iscrive a un Ateneo e prosegue la formazione (solo l’8% smette dopo il primo anno), il 23% sceglie un campo scientifico, il 21% il settore giuridico politico. Nella classifica dei classici fiorentini seguono il Dante con un indice di 68,27 e l’educandato Santissima Annunziata (64, 81), quarto posto per il Machiavelli che perde il podio. Il Machiavelli invece è primo tra gli scientifici tradizionali (84,02). Chi esce da qui si iscrive a Facoltà di area tecnica per il 38%, solo l’11% abbandona. Al secondo posto c’è il Leonardo Da Vinci, al terzo il Castelnuovo. Il Machiavelli svetta anche tra i licei linguistici, seguito da Pascoli e Russell Newton, mentre tra gli artistici l’Alberti rimane davanti a Porta Romana.

Per chi sceglie il mondo del lavoro dopo la Maturità, la scuola con il miglior indice di occupabilità in assoluto è il Meucci, con il 75% dei diplomati occupati entro due anni, i 68% con contratto di apprendistato, il 13% con contratto a tempo indeterminato. Nel settore tecnologico seguono l’istituto Da Vinci e il Cellini Tornabuoni, nel campo economico la classifica vede al primo posto un istituto paritario, il Cavour Pacinotti, seguito dal Russell Newton e dal Salvemini-Duca D’Aosta, tra i professionali vince il Saffi, a seguire il Buontalenti e il Da Vinci.

Per la nuova edizione di Eduscopio sono stati analizzati i dati di 1.326.000 diplomati italiani di 7.850 scuole, dal 2017 al 2020, entrano quindi nell’analisi i diplomati del primo anno della pandemia. Rispetto ai loro predecessori alla Maturità (con il solo esame orale) hanno avuto voti più alti (circa 5 punti superiori a quella delle tre annualità precedenti). Molti hanno deciso di iscriversi subito all’Università, il 56,2%, rispetto al 54,1% dei diplomati del 2019 e il 54% per i diplomati 2018 e 2017.

Fra i diplomati del 2020 che si sono subito immatricolati all’Università è però notevolmente aumentata la percentuale di studenti che non hanno dato alcun esame nel corso del primo anno accademico. «Una possibile spiegazione – commenta Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, – è che l’emergenza sanitaria, insieme alle drammatiche prospettive del mercato del lavoro nel 2020, abbiano indotto a iscriversi all’università studenti che in altre situazioni non lo avrebbero fatto, una volta superata la fase più critica, molti di questi hanno rinunciato a dare esami. Questi dati offrono ulteriori indizi e segnali d’allarme a proposito delle fragilità emotive dei ragazzi investiti in pieno dalla pandemia».

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